Come stabilito dall'art. 73 del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte sul Reddito) si definiscono "Enti non commerciali"  gli enti privati e pubblici diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali.  Gli enti non commerciali che non prevedendo l'esercizio di attività commerciali ma il solo esercizio di attività di tipo istituzionale dovranno richiedere l'attribuzione del Codice Fiscale, solo nel caso in cui svolgeranno anche attività di natura commerciale (anche se non prevalente) dovranno richiedere  anche in un secondo momento l'apertura della Partita Iva. 

Rientrano nella definizione di Enti non commerciali le Associazioni, le Fondazioni, gli Enti non Profit, Onlus, Enti ecclesiastici, Condomini.

Gli enti commerciali di piccole dimensioni che svolgono solo attività istituzionale non hanno per legge alcun obbligo in merito alla tenuta della contabilità, se non annotare tutte le entrate e le uscite numerate cronologicamente. Nel momento in cui invece vengano esercitate anche attività di natura commerciale sarà obbligo dell'Ente tenere una contabilità separata delle suddette attività ai fini della determinazione delle imposte dovute, in questo caso l'Ente non commerciale potrà scegliere tra i diversi regimi contabili:

1. regime ordinario,

2. regime semplificato,

3. regime forfettario (L.398/91),

la scelta del regime da adottare sarà determinato dai limiti di volume di ricavi realizzati.

A partire dal 2017 con la legge di Bilancio sono state introdotte novità per i regimi contabili degli Enti non commerciali, prima tra tutte l'innalzamento dei limiti di volume di ricavi per accedere al regime semplificato, consentendo cosi a molti Enti di rientrare nel regime forfettario  (L. 398/91), seconda ma non meno importante l'obbligo per gli Enti non commerciali in contabilità semplificata di seguire il criterio per cassa e non per competenza.